Nel 2016 l’economia elvetica dovrebbe crescere un po’ di più rispetto all’anno precedente.

Ma dal rallentamento dei consumi privati e dal calo delle spese per investimenti si evince che la maggiore crescita non gode di un ampio sostegno. Inoltre permangono i rischi al ribasso poiché la crescita dipende fortemente dall’ulteriore andamento del franco svizzero e dall’andamento congiunturale in Europa. Tuttavia ipotizziamo che le ripercussioni dirette della decisione sulla Brexit saranno solo minime. L’inflazione resta in territorio negativo, ma visto il venir meno degli effetti di base, dovrebbe pian piano tornare verso lo zero. Per il 2017 ci attendiamo mediamente un tasso d’inflazione pari a zero. La Banca nazionale svizzera (BNS) può così continuare a porre al centro della propria politica monetaria l’andamento del franco svizzero. Nei prossimi 12 mesi la fascia obiettivo degli interessi di riferimento dovrebbe restare invariata tra –1,25% e –0,25%. Pertanto ci aspettiamo che i tassi d’interesse per le ipoteche flex-rollover permarranno sui loro minimi. Per quanto riguarda i tassi d’interesse delle ipoteche fix l’ulteriore andamento dipenderà dai costi di garanzia, che attualmente generano interessi negativi
per gli istituti finanziari. Nel breve termine, per via della prevalente incertezza, si devono ipotizzare oscillazioni sia al rialzo che al ribasso. Su 12 mesi, nell’ambito
delle ipoteche fix con scadenze medio-brevi, ci si deve attendere complessivamente un movimento laterale. Al contrario, per le scadenze lunghe, i tassi d’interesse dovrebbero crescere leggermente di 5–30 punti base.

La tabella mostra come gli interessi potrebbero incidere in modo diverso a seconda della tipologia e della durata delle ipoteche. Le previsioni riguardano i possibili sviluppi delle ipoteche con un orizzonte temporale di tre, sei e dodici mesi. Nei prossimi 12 mesi, l’ipoteca flex-rollover dovrebbe muoversi lateralmente. I tassi d’interesse delle ipoteche fix, per le scadenze lunghe, dovrebbero salire di 5–30 punti base.

 

FONTE: “Credit Suisse” – 09/12/2016